Fondazione Carpinetum di solidarietà cristiana onlus


Il Samaritano

Da anni a Mestre opera il "Foyer San Benedetto", un appartamento dove vengono ospitati i parenti degli ammalati ricoverati all'ospedale, persone che spesso oltre all'apprensione per un congiunto sofferente devono fare i conti con i prezzi degli alberghi e del vitto in una città a volte troppo vicina a Venezia.

L'appartamento si trova nei pressi dell'ex ospedale Umberto I° e dunque con l'apertura dell'Angelo è diventato fuori mano.

Già da anni la Fondazione ha in cantiere una nuova soluzione, ma il destino e la burocrazia per ora sembrano contrapporsi all'urgente bisogno di aiuti degli ammalati e dei loro cari.

Pubblichiamo questo articolo apparso sull'Incontro a firma di don Armando Trevisiol e che testimonia le vicissutudini legate a questo progetto.

Tutti conoscono il sogno e l'impegno della Fondazione Carpinetum di creare vicino al nuovo "ospedale dell'Angelo" una struttura di una trentina di stanze, con sala soggiorno, sala da pranzo, lavanderia, parcheggio ecc... per ospitare i familiari provenienti da regioni lontane e per offrire ospitalità ad ammalati, che pur dimessi abbiano bisogno di rimanere a Mestre per ulteriori terapie e visite.

Tutto era stato definito: il comune mediante l'Ive era disposto a darci cinquemila metri di terreno in convenzione l'assessore all'urbanistica aveva assicurato il suo consenso e soprattutto il Sindaco era convinto ad appoggiare decisamente la struttura di cui sono forniti i principali ospedali dell'alta Italia.

Sennonché il dottor Padovan, direttore della Ulss 12 è intervenuto improvvisamente chiedendo al sindaco di acquistare l'intera area vicina all'ospedale per realizzare un progetto unitario che tenga conto di tutte le esigenze connesse alla struttura ospedaliera. Per ottenere il consenso del sindaco e della Regione s'è impegnato di costruire lui stesso la struttura di accoglienza e di affidarne la gestione alla nostra Fondazione a costo zero perché esso potesse mettere in atto l'iniziativa umanitaria.

Il dottor Padovan affermava che lui era in grado di far prima di quanto non saremmo stati capaci di far noi. Scrissi una prima volta al dottor Padovan perché non ci fossero poi equivoci di sorta. Non ricevetti risposta. Gli telefonai per sapere come stessero andando avanti le cose perché qualche articolo sulla stampa cittadina dava quasi per fatta la struttura.
Mi rispose alla Garibaldi "Stiamo lavorando".

Chiesi ad un amico di fare una verifica, e costui mi rassicurò che l'iter stava facendo il suo corso.

Ora l'Umberto 1° e definitivamente chiuso e l'ospedale dell'Angelo aperto, ci auguriamo quindi che quanto prima si apra il cantiere per "Il Samaritano". La nostra iniziativa, però, apprendiamo che è già superata dalla vicina Padova ove non solo si da ospitalità ai familiari che giungono da lontano, ma si organizzano perfino i "Viaggi della speranza".

La nostra città e la nostra Chiesa sono ancora una volta "gli ultimi" della classe. Triste primato!

Altre notizie sul progetto le trovate sull'Incontro e nel blog di don Armando.


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