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21 Giugno 2025

SIAMO TUTTI FONDAZIONE

Cari amici, autorità, volontari e residenti,

È con grande emozione e profonda gioia che vi do il benvenuto oggi, qui, al taglio del nastro del nuovo Centro Don Vecchi 9.

Un benvenuto speciale al Sindaco di Venezia, a Don Favaro in rappresentanza del Patriarca di Venezia, e a Don Antoniazzi, che qui rappresenta la Parrocchia di Carpenedo.

La vostra presenza, insieme a quella di tutte le autorità civili, militari ed ecclesiali, dei giornalisti, dei nostri dipendenti, è per noi motivo di grande orgoglio e un segno tangibile dell’importanza di questo momento.

Ma permettetemi un ringraziamento particolare.

Un ringraziamento che viene dal profondo del cuore a voi, volontarie e volontari.

Senza il vostro impegno instancabile, la vostra dedizione e la vostra generosità, le opere della Fondazione Carpinetum non potrebbero crescere e sostenere la loro missione.

Siete voi il motore pulsante di tutto ciò che facciamo. E un grazie altrettanto caloroso va a tutti i numerosi residenti dei Centri Don Vecchi, la vostra fiducia e la vostra presenza quotidiana sono la ragione stessa del nostro agire.

Quello di oggi non è solo un taglio del nastro, è molto di più.

È un primo punto di arrivo e, al contempo, un nuovo punto di partenza per il Consiglio di Amministrazione, che ho l’onore di presiedere.

Questo nuovo Centro Don Vecchi 9 nasce come un luogo ispirato, in piena continuità con la missione che la nostra Fondazione ha fatto propria fin dalle sue origini: l’accoglienza e la carità cristiana.

Qui, in questo nuovo spazio, andiamo a completare e arricchire l’offerta del nostro già prezioso Centro Solidale Papa Francesco.

Vogliamo creare un ambiente dove l’attenzione alla persona sia al centro, dove ognuno possa sentirsi accolto, sostenuto e valorizzato.

Un luogo che diventi un faro di speranza e un punto di riferimento per la nostra comunità.

So che ne abbiamo parlato ampiamente nell’incontro della settimana scorsa, ma desidero ripeterlo qui, proprio di fronte a questo nuovo edificio, per sottolineare l’importanza e la concretezza di ciò che andremo a realizzare.

  • Al piano terra, lato nord, sono stati realizzati sette appartamentini. Questi spazi sono destinati a una parte dei nostri ospiti della Fondazione Carpinetum, nell’ambito del progetto “Rete Solidale”. L’obiettivo è aiutarli a imparare a vivere in autonomia in spazi esclusivi, pur mantenendo un’attenzione consapevole verso i vicini. Questa è la terza fase del nostro progetto di integrazione dei migranti, un percorso fondamentale per una vera inclusione.
  • Sempre al piano terra, lato sud, avvieremo un Centro di Ascolto in stretta collaborazione con la Caritas Diocesana. Qui, un gruppo di persone di buona volontà, espressione delle nostre parrocchie e dei gruppi caritatevoli, raccoglierà i bisogni delle persone per cercare di offrire una risposta concreta, sia attraverso professionisti già in rete con noi, sia mediante tecnici volontari. Sarà un punto di riferimento fondamentale per chi cerca aiuto e sostegno.
  • Al primo piano, è stata allestita una casa studentesca moderna e accogliente. Dispone di 20 stanze doppie, ampi spazi comuni come cucina e soggiorno, una lavanderia e diverse biblioteche. Un luogo pensato per offrire un ambiente sereno e funzionale ai giovani che studiano e che cercano un contesto di vita condiviso.
  • Infine, al secondo piano, sono stati allestiti appartamenti e stanze destinate all’emergenza abitativa. Questo progetto nasce dalla collaborazione con la cooperativa sociale Città Solare e gli uffici comunali della Coesione Sociale, per dare una risposta rapida ed efficace a situazioni di bisogno urgente.

E a proposito di comunità, vorrei soffermarmi su un concetto per noi fondamentale.

La Fondazione Carpinetum non è e non deve essere espressione di tizio o di caio.

La Fondazione siamo tutti noi.

Ognuno di noi, per quello che è chiamato a fare o a partecipare, è parte integrante di questa realtà. Nessuno escluso.

Non le autorità che ci onorano della loro presenza, non i membri del Consiglio di Amministrazione, e nemmeno i nostri straordinari volontari.

Siamo tutti Fondazione.

Questa è la nostra forza, la nostra identità più profonda: una sinergia di intenti e di azioni che ci unisce nel desiderio di servire e di costruire.

Ma veniamo al cuore di questa cerimonia.

Forse, più che una semplice inaugurazione, dovremmo chiamarla una cerimonia di ringraziamento.

Perché questo straordinario edificio è il frutto del lavoro, della professionalità e della dedizione di tante persone.

Permettetemi di ringraziare sentitamente:

  • I progettisti e direttori dei lavori, nelle figure degli architetti Cecchi Casaril e Marolla dello studio A+architetti. La vostra visione e la vostra competenza hanno dato forma a questo progetto.
  • I progettisti degli impianti, Runfola e Benfatto, che hanno garantito funzionalità ed efficienza al Centro.
  • E gli ingegneri Carraro e Pagliarini, per il prezioso lavoro sulle strutture e sulla sicurezza antincendio.

A tutti voi, va il nostro sincero applauso per la professionalità e l’impegno dimostrati.

E un ringraziamento speciale, un vero e proprio complimento, va alle imprese Dema, GHS e Comin.

Con le vostre maestranze, siete riuscite a erigere questo centro in un tempo record: soli 11 mesi.

Un risultato eccezionale che testimonia la vostra competenza e la vostra efficienza.

Complimenti vivissimi per il lavoro svolto!

Desidero inoltre esprimere la mia gratitudine alla direzione dei Centri, nella figura della direttrice Generale, dottoressa Mazzucco, e a tutta la segreteria che con la loro preziosa collaborazione hanno supportato ogni fase in questi mesi intensi.

Un ringraziamento sincero va anche a tutti i soci, dipendenti e volontari dell’Associazione Il Prossimo, che con a capo il loro Presidente sono sempre stati disponibili alla collaborazione, dimostrando un vero spirito di comunione e supporto.

Concludo rinnovando a tutti il mio ringraziamento.

Questo Centro Don Vecchi 9 è un sogno che si realizza, un segno concreto della nostra volontà di continuare a operare per il bene della comunità. È un luogo dove la carità si fa concretezza, dove l’accoglienza trova spazio e dove il nostro impegno per gli altri si rinnova giorno dopo giorno.

Grazie a tutti, e che questo Centro sia un faro di speranza e di solidarietà per molti anni a venire.

 

 

Per saperne di più sul nuovo centro, leggi il numero dell’Incontro dedicato al Centro Don Vecchi 9.

 

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